Dall’impatto traumatico della diagnosi allo sviluppo delle risorse
Le Linee Guida per l’Autismo della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) evidenziano l’importanza del coinvolgimento delle famiglie, come elemento fondamentale per un intervento terapeutico efficace. In una prima fase la famiglia si pone come destinataria dell’intervento, per i vissuti di smarrimento dei genitori, e, in un secondo momento, come parte attiva del progetto riabilitativo.
Da anni il Dott. Manna, in qualità di Direttore del Centro Iso Riabilitativo, incontra le famiglie dei nostri bambini accogliendone difficoltà, disagi, bisogni. I genitori hanno continuamente avanzato la richiesta di un percorso psicologico che potesse aiutarli ad affrontare l’impatto emotivo di una diagnosi di autismo, accompagnarli a comprendere che cosa sia questa sindrome e ad attivare le risorse funzionali alla gestione quotidiana dei figli. La diagnosi rappresenta spesso un “trauma”, che richiede ai genitori l’individuazione e l’elaborazione di informazioni e abilità fino ad allora sconosciute, necessarie ad affrontare il processo di perdita del figlio “perfetto” e l’entrata del figlio “disabile”, con quanto ciò comporta. La diagnosi di ASD inoltre non ha effetti solo sui genitori, ma anche sui fratelli, la cosiddetta condizione di sibling. Essa è determinata dal fatto che la crescita e lo sviluppo dell’identità di un bambino/a si compiono confrontandosi continuamente con la presenza di un fratello o una sorella disabile e con genitori che si trovano a gestire un trauma, spesso con gravi ripercussioni psicologiche.
Il Dott. Manna e la Dott.ssa Afrodite Esposito, coordinatrice e psicoterapeuta, hanno strutturato un intervento ad hoc per le famiglie dei bambini del Centro. Il percorso prevede una dimensione formativa-informativa e un’altra più strettamente psicoterapeutica. La necessità di seguire un elevato numero di persone contemporaneamente e di favorire la creazione di legami sociali tra i genitori del servizio hanno condotto alla scelta di attivare un percorso psicoterapeutico di gruppo.
L’intervento di gruppo si svolge applicando il “Caregiving parent group – EMDR”. L’EMDR (Eye Moviment Desensitization and Reprocessing) è un approccio psicoterapico, nato nel 1987, finalizzato all’elaborazione di esperienze traumatiche ed ha, come modello teorico di riferimento l’Elaborazione Adattiva dell’Informazione (AIP) che presuppone un sistema innato capace di elaborare le informazioni e ripristinare la saluta mentale presente in ogni individuo. La potenza di alcuni eventi traumatici, come la diagnosi di disabilità di un figlio, diviene soverchiante al punto da bloccare il funzionamento dell’elaborazione adattiva dell’informazione AIP. Pertanto, i genitori possono vivere con profondo senso di angoscia, inadeguatezza, impotenza le difficoltà che i loro figli presentano nella quotidianità. La possibilità di affrontare tali vissuti permette una migliore relazione con i figli e una maggiore capacità di affrontare criticità e comportamenti problema.
Condividere il proprio disagio con altri genitori o con gruppi di supporto può aiutare ad alleviare i sentimenti di colpa, rabbia, tristezza e depressione